Circa un anno fa, quasi per caso, trovai su internet il sito “I cavalli insegnano” e rimasi subito colpita dal tipo di doma di cui si trattava. Presto è iniziato il lavoro di addestramento dei miei due cavalli: Fuoco, di 8 anni con un carattere molto introverso e diffidente a causa di un vissuto difficile alle spalle, e Oceano, di 3 anni con un carattere molto sensibile e generoso. Sin dall’inizio mi sono entusiasmata nel vedere la centralità del mio ruolo nel lavoro con loro. Prima di quel momento credevo che tutte le conoscenze acquisite in vari anni di scuole di equitazione mi avessero fornito le basi principali, ma mi sbagliavo… Persino le cose più semplici, che talvolta sembrano scontate, richiedono in realtà attenzione, impegno e rispetto verso l’animale. Un esempio è il lavoro alla longia, che non avevo mai realmente svolto in prima persona e di cui sottovalutavo l’importanza. E invece mi è stato indispensabile per imparare a rispettare i tempi non solo miei ma soprattutto dell’animale e mi ha fatto domandare come avessi potuto pensare di gestire un cavallo a sella se non ero innanzi tutto in grado di comunicare con lui nel lavoro da terra. Osservare, ascoltare, fare domande ma, soprattutto, esser protagonista assoluta in ogni lavoro. Questo è ciò che mi ha maggiormente arricchita.
Non posso dire che sia sempre stato tutto facile, anzi, ma anche nelle molte volte in cui ho fatto qualche “pasticcio” Gaetano mi ha sempre spronata a correggermi da sola e a ripetere l’esercizio fino a che sia io sia il cavallo, non lo avessimo fatto nel modo corretto, in sintonia e collaborazione. Nonostante i due caratteri opposti dei miei cavalli posso dire di aver ottenuto da entrambi lo stesso risultato, con più o meno fatica, ovvero il rispetto reciproco e la conoscenza profonda grazie alla quale loro mi ascoltano, mi sentono, si fidano di me e non di una qualsiasi terza persona che ha svolto il lavoro al posto mio.
Con perseveranza e infinita pazienza Gaetano mi ha mostrato una nuova dimensione del rapporto col proprio cavallo e anche se molto lo devo ancora imparare, sono sicura che questo percorso ha cancellato per sempre la mia visione del “cavallo-macchina” – che esegue in modo automatico tutto quello che gli si chiede perché in qualche modo sono stati soffocati il suo istinto e la sua indole – , lasciando invece posto a una visione del “cavallo-maestro” perchè insegna moltissimo a chi lo sa ascoltare.